È firmata da Sergio Staino l’etichetta de “Il Viaggio di Landò Prima Fermata 2020” un progetto enologico di David Landini, enologo ed agronomo toscano, che con questo vino ha dato vita a un suo sogno: quello di andare alla scoperta di vecchi vigneti, da questi  produrre vini in modo naturale e ottenere così piccoli e fedeli specchi del territorio, del clima e dell’uvaggio.

Canaiolo alla base

Ottenuto vinificando uno tra i più antichi vitigni della Toscana, il canaiolo, il Viaggi di Landò (il cui nome nasce anche grazie a Roberta Perna, storica collaboratrice di Ristoranti) proviene da un piccolo vigneto di oltre novant’anni posto nella campagna pisana, in località Palaia, a 180 metri s.l.m.

La vendemmia è rigorosamente manuale e vede una selezione attenta dei grappoli ed un loro trasporto diretto in cantina in piccole cassette, così da preservare al meglio la materia prima. I grappoli, in assenza di ossigeno, vengono caricati in vasca e sono in parte diraspati (60%) ed in parte interi (40%) così da esaltare le caratteristiche distintive del canaiolo.

Le fermentazioni avvengono in serbatoi di acciaio inox con lieviti indigeni.
Dopo una macerazione di qualche settimana ed una leggera pressatura delle uve il vino staziona per alcuni mesi nei tini e successivamente in bottiglia, per essere poi messo in commercio.

Landini, che gestisce questo piccolo cuore di vigna toscana con passione sconfinata, per l’annata 2020, ha ottenuto appena 3000 bottiglie numerate…….

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